Le città della musica: Ferrara
Succede oggi
Un rinnovato fermento: mostre d’arte, un teatro vivace, il Festival di Aterforum e Ferrara Musica
Ferrara, oggi, è una città di provincia che della provincia ha tutte le dimensioni, le aspirazioni e le contraddizioni. E che stenta a trovare la propria identità tra un passato glorioso, unico nel suo genere, e un presente che inevitabilmente l’appiattisce. Le arti, la musica vi sono fiorite con un rigoglio straordinario al tempo della corte degli Estensi; e tracce di quello splendore sono tuttora vive, anche se appartengono a un lontano passato. Il fascino della città, dove echi di feste sfarzose s’intrecciano raffreddandosi nell’inquietudine di astrazioni metafisiche, è rimasto intatto, ma solo per chi lo sappia cogliere nel silenzio e nella solitudine. A Ferrara si cerca ciò che altrove, nella frenesia e nel frastuono delle grandi città, si è dimenticato, ma a cui nessuno, forse, saprebbe più rinunciare. Per «vivere» veramente, per «fare carriera» occorre andare altrove, come già intuì Girolamo Frescobaldi, il suo figlio più illustre, in tempi assai meno categorici dei nostri, con la decisione di emigrare a Roma, per cercare e trovare fortuna. Dire che Ferrara è un centro di grandi tradizioni e di vera civiltà significa dunque oggi poco o nulla. Ottime intenzioni, per esempio nel campo delle arti figurative con una serie di mostre di alto livello informativo e artistico si scontrano con un senso di inferiorità, più sentito che dichiarato, talvolta di impotenza e di rabbia orgogliosa comune alle condizioni attuali di ogni altra città di provincia. Il cui unico sbocco sembra essere quello di cogliere l’occasione per far parlare di sé, ritagliarsi per un momento uno scampolo di gloria. Alle condizioni poste da altri, e forse con fini che riguardano solo pochi. Nella musica, Ferrara è oggi una città come le altre, forse però migliore delle altre. Ha piccole istituzioni che coltivano le tradizioni, in modo onesto e sincero, con i mezzi limitati di cui dispongono; un Conservatorio di musica che si vanta di discendere da uno dei più antichi Licei Musicali del nostro paese, che ha dato musicisti e strumentisti insigni e che non ha niente da invidiare agli istituti di pari ordine e grado, – una ben magra consolazione nel panorama disastrato delle nostre scuole di musica – infine un teatro gestito con intelligenza e con competenza, e soprattutto con una lodevole, invidiabile carica di simpatia e di misura. Il fiore all’occhiello è il festival di Aterforum, che si svolge d’estate e che ha dovuto sempre lottare con i soliti impedimenti di natura finanziaria, incuranti di quanto di bello e di utile esso offriva alle curiosità intellettuali e artistiche dei non conformisti. Molte cose vi abbiamo scoperto e amato, nel corso degli anni.
Infine, i fuochi d’artificio di «Ferrara Musica». Abbado e i Berliner Philharmoniker sono stati 1’«evento» atteso da anni. Un grandissimo concerto, e un caos pazzesco che ha coinvolto tutti, facendo di Ferrara per una sera la capitale musicale d’Italia. La scelta di Ferrara come sede italiana dell’attività di un complesso fuori dal comune come la Chamber Orchestra of Europe è comunque un fatto importante, di portata internazionale. Che esso metta radici e stimoli la città a reazioni positive e durature è un obbligo più che un auspicio. Occorre però che si integri meglio con il tessuto della città e trovi strade percorribili di comune accordo con tutti coloro che hanno a cuore la crescita culturale di un pubblico ansioso di esperienze, come quello più sano della provincia. Accadrà, ne siamo certi. L’occasione è troppo importante per essere buttata al vento o disperdersi nella nebbia. Anche nella nebbia meravigliosa di questa impagabile città.
Do Maggiore, Aprile 1991