Sergio Sablich racconta Arabella
Commedia lirica in tre atti della durata di circa due ore e mezzo
su libretto di Hugo von Hofmannsthal (1874-1929),
il 1° luglio 1933
Quando si apre il sipario, Adelaide è nel suo appartamento, intenta a scrutare le carte in compagnia di una cartomante: Zdenka, anzi Zdenko, ha il suo daffare per respingere i creditori. Se è vero che le carte non mentono, è anche vero che le loro profezie si prestano a molte interpretazioni: sia Adelaide che Zdenka possono dunque vedere in esse la loro verità. Ma c’e una verità più profonda della fortuna: ed è quella che la musica comincia ad elaborare dopo aver introdotto i temi dei personaggi e delle situazioni dell’opera, con una preveggenza che non inganna.
Un concitato duetto fra Zdenko e Matteo, venuto a chiedere notizie di Arabella e a confidarsi con colei che egli crede un amico e un alleato, precede 1’entrata di Arabella stessa. Poche, semplici parole di dialogo sono il modo, unico di Strauss, di presentare l’eroina: c’è in questa giovane donna una stanchezza antica, ma anche una freschezza pronta allo slancio vitale. Come la divertono le attenzioni dei nobili spasimanti, verso i quail mostra superiorità e sarcasmo, e come la imbarazza invece la corte di Matteo, che forse un giorno, è vero, ha amato, ma ora non più, benchè la sorella faccia di tutto per respingerla verso di lui. No, quando verrà quell’ingiusto, ella saprà riconoscerlo. Ancora una volta, nel duetto fra le sorelle, la musica ci fa capire i sentimenti e le ragioni di ognuno: la ripetizione della profezia ha ora il tono dell’assoluto.
La campanella di una slitta annuncia l’arrivo di Elemer. Ma prima che egli entri trionfante, Arabella confida a Zdenka il suo segreto: un giovane straniero, apparsole di sfuggita, l’ha turbata. Poi, rapidamente, di fronte alla pesante corte di Elemer, rientra nella sua parte: è martedì grasso, la mascherata finirà presto, e quella notte tutto si deciderà. lmpone a Zdenka di seguirla nella gita in slitta con Elemer. Di nuovo ha un soprassalto: vede ancora il giovane straniero, immagina che la stia cercando, lo vede scomparire. E’ il momento magico in cui l’amore si lascia presagire, e nella musica quel momento è più bello di ogni realtà.
E’ tipico in Strauss che a sospensioni di grande abbandono lirico seguano repentine riprese di tensione nello stile piano della conversazione, al dramma riservato. La scena tra Waldner e Adelaide ci informa ora di un altro fatto: il conte ha scritto al ricchissimo proprietario terriero sloveno Mandryka,, suo antico e ancor celibe compagno di reggimento, quanto grave sia la sua situazione, accompagnando la lettera con una fotografia di Arabella. Ma poichè il vecchio è morto, la lettera è stata aperta dal suo omonimo, unico nipote ed erede. Per Mandryka veder la fotografia, innamorarsi della donna del ritratto e affrettarsi a Vienna per conquistarla in sposa è tutt’uno. Ed ecco giungere Mandryka, spiegare le sue intenzioni: nel suo carattere di paesano un po’ grezzo c’è fierezza e tenerezza, orgoglio e forza d’animo. Simpatizza con Waldner, gli presta del denaro, ma rimanda il momento in cui vedrà Arabella, perchè per lui non è un’avventura, ma cosa seria. Waldner rimane come inebetito: ha forse sognato? Poi esce per andare a giocare, mentre in scena tornano Zdenka e Matteo, frenetici e ancora ignari della situazione ma pieni come indica la musica, di presentimenti e di attese; mentre Arabella affida a un sognante monologo la sua speranza, la sua emozione.
L’introduzione orchestrae al terzo atto, piuttosto un interludio, descrive una impetuosa scena d’amore. Non quella presunta di Arabella con Matteo: Zdenka, con coraggiosa risoluzioue, ha infatti preso il posto della sorella. Al1’aprirsi del sipario appare Arabella ancora in abito da sera, di ritorno dal ballo. Reagisce prima con sorpresa, poi con indignazione alle allusioni di Matteo, convinto di aver passato con lei quell’ora d’amore, e quindi alle accuse di Mandryka, che Waldner sfida comicamente a duello.A questo punto compare Zdenka in abiti femminili e in négligé.
L’equivoco è presto chiarito: Matteo comprende, naturalmente la sposerà. Mandryka è mortificato, teme di aver perso Arabella, che intanto esce. Poi torna sui suoi passi, chiede un bicchiere d’acqua pura e l’offre a Mandryka in segno di conciliazione, così come egli le aveva chiesto in omaggio a un’usanza della sua terra croata. Ora è tutto chiaro, splende come il sole: e i due innamorati possono rinnovarsi il giuramento di una fedeltà eterna.