Ricordo di Sergio Sablich

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Sergio Sablich, raffinato musicologo, musicista, saggista e critico, è morto l’8 marzo 2005 a Firenze. Nato a Bolzano nel 1951 ma fiorentino d’adozione, si era laureato in in lettere moderne con una tesi in storia della musica (sul teatro di Ferruccio Busoni ) all’Università di Firenze. Contemporaneamente aveva frequentato il Conservatorio “”Luigi Cherubini”” di Firenze studiando Armonia e Contrappunto con Gaetano Giani Luporini, Lettura della partitura e Analisi con Romano Pezzati, Musica Corale e Direzione di Coro con Paolo Fragapane. Si perfezionò in seguito in musicologia a Monaco di Baviera.
Ricoperse (dal 1976 al 1985) il ruolo di direttore del Centro Studi Musicali “”Ferruccio Busoni”” di Empoli, per passare dall’anno successivo al 1990 come assistente alla direzione artistica e responsabile delle manifestazioni promozionali e collaterali del Teatro Comunale di Firenze e del Maggio Musicale Fiorentino.
Dal 1991 al 1998 fu direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI, dove ottenne il suo maggior successo organizzativo nel periodo immediatamente successivo allo smantellamento delle quattro orchestre locali dell’ente radiotelevisivo: negli anni della sua direzione artistica è riuscito a farne uno dei maggiori complessi italiani. Imposto da Giuseppe Sinopoli alla sovrintendenza dell’Opera di Roma, Sablich abbandonò l’incarico dopo appena un anno, sopraffatto (anche nella salute) dalle beghe gestionali e sindacali. “”Ero l’uomo sbagliato nel posto sbagliato””, commentò allora.
“”Nel biennio 2000-2001 fondò e organizzò a Pisa il festival internazionale di musica sacra “”Anima Mundi”” e fu consulente per la musica della Regione Toscana. Dal 2002 ricoperse il ruolo di direttore artistico della Fondazione Orchestra Regionale Toscana, e dal 2003 quello di consulente artistico del Teatro alla Scala di Milano. Esperienze deludenti: l’istituzione fiorentina e quest’uomo dal carattere certo non facile si sono dimostrati incompatibili, al punto che già da molti mesi le sue mansioni erano state affidate ad Aldo Bennici. Alla Scala, invece, era consulente artistico dal 2003: in pratica però non vi ha mai assunto alcuna funzione, emarginato dalle laceranti lotte di potere ai vertici del teatro milanese.
Quanto all’attività didattica, nel 1976 fu docente di ruolo per l’insegnamento di storia della musica e dell’estetica musicale al Conservatorio di Bolzano, con abilitazione all’insegnamento in lingua tedesca, poi a Ferrara, Rovigo e, dal 1989, a Firenze.
Nell’ultimo anno accademico è stato docente di metodologia della critica musicale alla sezione di musicologia dell’Università di Parma.
Apprezzato critico musicale aveva collaborato con importanti riviste italiane e straniere e con varie testate, tra cui “”La Nazione””, “”Il Giornale””, “”La Voce””.
Scrisse un saggio sui rapporti tra letteratura e musica nel Novecento per la Storia della Letteratura Italiana edita da Einaudi. Su questo argomento tenne dal 1996 al 1998 un corso biennale come professore a contratto presso l’Universita’ IULM di Milano.
Curò anche l’edizione italiana del Dizionario dell’opera lirica di Harold Rosenthal (Vallecchi, 1974) e la traduzione dello Schubert di Bernhard Paumgartner (Mondadori, 1981).
Molti sono i saggi, gli articoli e i libri che Sablich ha pubblicato: tra questi le monografie su su Ferruccio Busoni (EDT, 1982), Goffredo Petrassi (Suvini Zerboni, 1994), Luigi Dallapiccola (Studio Tesi, 1996) e L’altro Schubert (EDT, 2002), Luigi Dallapiccola (Edizioni L’Epos, Palermo 2004).””L’altro Schubert”” grazie alla rilettura puntigliosa e oggettiva delle testimonianze d’epoca, ha il merito di aver riportato alla luce un aspetto oscuro (forse in passato volutamente oscurato) della biografia del compositore, quello relativo alla sua omosessualità.
Tradusse e curò anche i volumi Wolfgang Sawallisch (Passigli Editori, 1989), Richard Strauss (EDT, 1991), Richard Wagner (Il libro bruno, Passigli Editori, 1992),
La sua magnifica, imprescindibile monografia su Ferruccio Busoni ha contribuito e contribuisce tuttora in modo determinante a diffondere in Italia una conoscenza non distorta della personalità del grande Kulturmensch, empolese di nascita ma berlinese d’adozione.
Chi scrive serba un affettuoso ricordo di Sergio Sablich, persona di grande acume intellettuale e di squisita generosità d’animo. In Sua memoria vorrei riproporre ai lettori della website Busoni la sua folgorante analisi del Doktor Faust, pubblicata nella citata monografia e liberamente impiegata da chi scrive con il generoso consenso dell’autore, e la sua vigorosa traduzione de In memoriam Ferruccio Busoni di Jakob Wassermann.

Link alla pagina del sito di Rodoni dedicata Sergio Sablich

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