Richard Wagner – Idillio di Sigfrido

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Per Cosima

 
La creazione dell’Idillio di Sigfrido è profondamente legata all’autobiografia di Wagner. Il fatto è noto. La mattina del 25 dicembre 1870, giorno di Natale ma anche ricorrenza del compleanno di sua moglie Cosima, Wagner le preparò la sorpresa di un’esecuzione, affidata a quindici musicisti nascosti in fondo alla scalinata della villa di Triebschen presso Lucerna dove allora abitavano, di questo poema sinfonico, composto per l’occasione nelle settimane precedenti. Cosima, nel suo diario, rievocò quell’avvenimento con poche parole, che esprimevano però tutta la sua commozione: “”Era musica, e che musica! Quando finì, Wagner venne da me con i bambini e mi offrì la partitura del poema sinfonico per il mio compleanno””. Quel regalo inatteso, e perciò tanto più gradito, palesava in segni musicali la raggiunta felicità di quei mesi, dopo il matrimonio e la nascita (nel giugno del 1869) del terzogenito Siegfried, l’erede dei Wagner, il primo figlio maschio e ideale dedicatario del lavoro.

A lui dunque, più che all’eroe della Tetralogia che Wagner stava ancora componendo, esso si ricollega: idillio quasi più borghese che eroico. Il materiale di cui si compone, già così ricco di personali significati emozionali, deriva però da un momento preciso dell’azione della seconda giornata dell’Anello, e precisamente dal possente duetto finale del terzo atto del Sigfrido, prima delle parole di Brunilde “”Ewig war ich, ewig bin ich”” (Eterna fui, eterna io sono), che introducono la sua decisione di accettare l’amore di Sigfrido. Tale materiale musicale è costituito essenzialmente da due temi strettamente imparentati fra loro, che Wagner aveva abbozzato assai prima di deciderne l’utilizzazione nell’opera: ossia nell’estate del 1864, durante il primo soggiorno con Cosima, allora ancora moglie di Hans von Bülow, sul lago di Starnberg presso Monaco, con l’intenzione di affidarli alle voci intime di un quartetto d’archi. Soprattutto il primo di questi temi, basato sulla cosiddetta melodia della pace, in mi maggiore, tanto elementare quanto intenso, era profondamente legato al sentimento d’amore che lo univa a Cosima. Ma al di là di ogni pur legittimo riferimento autobiografico o sentimentale, l’elaborazione dei motivi, il loro intreccio contrappuntistico e il loro sviluppo nel fluire calmo e disteso della musica, fanno della partitura dell’Idillio di Sigfrido una delle creazioni più perfette e rifinite fra tutte quelle uscite dalla penna di Wagner: qui dispensatore finissimo, con mezzi ridotti, di sottigliezze timbriche e armoniche di rara lievità, in una dimensione cameristica trasognata e aperta alla luce, e in una luce da apoteosi culminante: la pagina forse più serena e più lieta di tutta la sua vita d’artista.

Alberto Veronesi / Orchestra Guido Cantelli
62° Maggio Musicale Fiorentino

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