Perahia, maestro d’equilibrio

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Murray Perahia è un pianista che si ascolta sempre con piacere. Eleganza, pulizia tecnica, senso della misura, intelligenza dello stile sono qualità che rendono i suoi concerti anzitutto occasioni di ragionare sulla musica, anche quando i testi appartengono al repertorio piú consueto.

Assente per quasi un anno dalle sale da concerto in seguito a una malattia alla mano, Perahia si è ripresentato alla grande nel ciclo autunnale di «Ferrara musica» con quattro concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven: assumendo, nell’ultima serata, anche il ruolo del concertatore per guidare dal pianoforte (splendidamente, e senza inutili gesticolazioni) la Chamber Orchestra of Europe nel Secondo e nel Primo, eseguiti in quest’ordine, quello cronologico di composizione.

Per Perahia, conoscitore profondissimo dei Concerti di Mozart, non v’è discendenza diretta da questo autore a Beethoven. L’evidenza con cui il pianoforte si staglia sull’orchestra è fin dall’inizio di tipo nuovo, e presuppone nell’articolazione delle parti un’idea di elaborazione tematica interamente affidata al solista. Nello stesso tempo, però, Perahia tende a non sovraccaricare il peso del pianoforte mantenendosi in una linea di sobria classicità, sia nella cantabilità nitida dei tempi lenti sia nella spiccata leggerezza dei Rondò, differenziati con estrose punteggiature. Solo nelle cadenze l’individualità del pianismo beethoveniano si afferma con piglio perentorio, in un’enfasi consapevolmente creata e trattenuta. La collocazione di queste partiture in una prospettiva storica esattamente definita non distrugge ciò che in esse vi è di moderno e di profetico; ed evita soprattutto l’errore di cadere nel didascalico o nel dimostrativo. Con Perahia si è avuta la conferma che l’equilibrio è non solo la premessa per raggiungere la proprietà stilistica ma anche la dote piú apprezzabile per assolvere con onore al compito dell’interprete oggi. Omogenea e intensa la partecipazione della Chamber Orchestra of Europe, partner ideale in simili occasioni.

da “”Il Giornale””

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