Visioni e sogni dall’alba al tramonto
Esiste un “”caso Hindemith””? E se esiste, in che cosa ha mutato pròspettiva rispetto agli anni in cui un grande interprete come Wilhelm Furtwängler lo poneva all’attenzione del mondo musicale tedesco e internazionale? Scriveva Furtwängler sulla “”Allgemeine utsche Zeitung”” del 25 novembre 1934: “”Quello che è certo, è che per la valorizzazione della fisica tedesca nel mondo, nessuno della giovane generazione ha fatto più di Paul Hindemith. Non si può prevedere oggi quale importanza avrà per il futuro la sua opera””. La questione sollevata da Furtwängler riguardava i rapporti tra arte e politica. Nonostante il grande successo ottenuto dalla sinfonia Mathis der Maler alle prime esecuzioni assolute dell’11 e 12 marzo 1934 (direttore Furtwängler, con i Filarmonici di Berlino), l’opera omonima era stata proibita per motivi politici: non piaceva, ai nuovi signori della Germania, il soggetto nel quale un pittore tedesco metteva da parte il pennello per combattere dalla parte degli oppressi.
L’ispirazione pittorica, nell’opera Mathis suscitata dalla figura di Mathias Grünewald e nella sinfonia specie dal suo altare di Isenheim, tornò a farsi sentire alcuni anni più tardi, ma con tutt’altro carattere. Nella primavera del 1937, mentre si trovava a Firenze per il Maggio Musicale, Hindemith fu molto colpito dagli affreschi di Giotto in Santa Croce (Cappella Bardi), e in particolare da quelli che rafiguravano alcuni episodi della vita di Francesco d’Assisi dopo la sua conversione. L’incontro con il coreografo e danzatore Léonide Massine, anch’egli presente al Maggio fiorentino, fece maturare in lui l’idea di scrivere non un’opera, ma un balletto sulla vita del Santo. Ricorda Massine: “”Era stato nente impressionato da questi affreschi che, prendendomi per mano, mi aveva trascinato tutto infervorato in chiesa, affinché anch’io li vedessi. Anch’io fui colpito dalla loro bellezza spirituale e non stai a capire perché avessero commosso Hindemith così profondamente. Quando però mi propose di creare insieme un balletto sulla vita di San Francesco, esitai. Benché fossi stato molto impressionato dagli affreschi, sentivo che avrei dovuto studiare a fondo questo soggetto prima di potermelo raffigurare come balletto””.
La prima rappresentazione della “”leggenda danzata”” in sei quadri Nobilissima Visione ebbe luogo al Covent Garden di Londra il 21 luglio 1938, sotto la direzione dell’autore e con la coreografia di Massine realizzata dal “”Ballet Russe de Monte-Carlo””, di cui egli era direttore artistico. Ma già durante la composizione Hindemith aveva pensato di ricavarne una suite orchestrale in tre movimenti che riprendesse alcuni momenti del balletto. La partitura della suite da concerto rielabora come primo movimento articolato in Introduzione e Rondò i numeri 8 (meditazione del Santo) e 10 (nozze di Francesco con madonna Povertà); la parte centrale collega i numeri 4 e 5, rispettivamente il saccheggio della città da parte dei mercenari (Marcia) e l’apparizione delle tre donne, allegorie della Castità, della Povertà e dell’Obbedienza (Pastorale). Conclude il tutto, come nel balletto, la Passacaglia che celebra il Trionfo del Santo, con le lodi del Cantico delle creature, contrassegnato dall’iscrizione “”Incipiunt laudes creaturarum””.
Segno distintivo di questa musica è la rifinitura formale nell’affermazione di una spiritualità serena, rappresentata da un luminoso diatonismo, rispetto ad altre prove di Hindemith ancor più depurato e decantato. L’orchestra, nonostante il suo vasto organico (legni a due, 4 corni, 2 trombe, 3 tromboni, tuba, timpani e percussione, oltre agli archi), è trattata in forma rarefatta e assottigliata, diafana e trasparente. L’energia ritmica di marca neoclassica fa apparizioni fugaci, salvo che nella Marcia, ed è temperata da una timbrica dai colori tenui, idealmente giotteschi. L’ordito polifonico si ispessisce invece nella Passacaglia conclusiva, aperta da un tema solenne affidato a corni, trombe e tromboni. La forma dell’ostinato si combina con quella delle variazioni: per figurare il Cantico delle creature, il tema è seguito da venti variazioni, in un’oscillante alternanza di pieni e di vuoti, fino alla monumentale conclusione.
La prima esecuzione della suite orchestrale ebbe luogo al Teatro La Fenice di Venezia il 13 settembre 1938 nell’ambito del VI Festival Internazionale di Musica Contemporanea, sempre sotto la direzione di Hindemith. Che poi, a simbolica chiusura del cerchio, presentò l’intero balletto in prima italiana al Teatro Comunale di Firenze il 22 maggio 1939, per il V Maggio Musicale Fiorentino.
Teatro alla Scala
Wolfgang Sawallisch