Ci apprestiamo a vivere insieme una nuova stagione di concerti dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI: una stagione quanto mai delicata e importante, di verifica e di consolidamento delle ragioni per le quali l’Orchestra è nata a Torino. Tali ragioni sono presto dette: creare un complesso sinfonico di qualità capace di rinverdire le tradizioni delle orchestre della RAI nel nuovo panorama nazionale e internazionale, facendo leva sullo sviluppo oggettivo che Torino denota oggi nel campo della musica per offrirne i risultati a un pubblico il più possibile numeroso, e sempre più ampliato al bacino radiofonico e televisivo. Si tratta a tutti gli effetti di un nuovo inizio, irto di verifiche ma confortato anche da premesse solide.
Tra queste premesse vi è non soltanto la crescita qualitativa dell’orchestra dopo un anno di assestamento e di intenso lavoro artistico, ma anche l’impegno ribadito dai vertici aziendali a sostenerne l’attività con speciale attenzione: di cui l’accordo siglato con il Lingotto per l’effettuazione della stagione in quello che è a tutt’oggi l’unico auditorium moderno d’Italia – il che non significa affatto accantonare il nostro Auditorium così ricco di storia e di memorie – è stato il primo segno tangibile. Ma non l’unico. La necessità tante volte ribadita di poter pianificare l’attività dell’orchestra con largo anticipo è stata anch’essa recepita: dal l° gennaio 1996 – dunque già nel corso di questa stagione – e per un triennio – ossia fino al 31 dicembre 1998 – il Maestro Eliahu Inbal sarà il direttore onorario del nostro complesso, e con noi realizzerà progetti di altissimo impegno, fra cui l’intero ciclo dell’Anello del Nibelungo di Richard Wagner, l’integrale delle Sinfonie e dei Concerti di Beethoven e di Brahms, nonché l’Ottava Sinfonia di Gustav Mahler; oltre a quei cicli dedicati alla Scuola di Vienna, alle grandi opere sinfonico-corali di Liszt e alle quattro Sinfonie di Schumann, che saranno cospicuamente avviati o compiuti subito nella presente stagione. Accanto al Maestro Inbal, alcuni direttori (e solisti) di primissimo piano tornano, e non fuggevolmente, a lavorare con noi: Salvatore Accardo, Jurij Aronovic, Daniel Oren, Carlo Maria Giulini con la Nona Sinfonia di Bruckner e Giuseppe Sinopoli addirittura con una duplice, specialissima presenza costituita dall’esecuzione in forma di concerto della Donna senz’ombra di Richard Strauss e della Nona di Beethoven. Altri si accostano per la prima volta alla nostra orchestra: il pianista Andras Schiff, Mikhail Pletnev, il giovane Alessandro Pinzauti, Jeffrey Tate due volte in chiusura di stagione. A questi artisti, come a tutti gli interpreti che formano il cartellone, nomi cari alle platee di tutto il mondo, si sono chiesti programmi non interlocutori, ma che anzi immediatamente ponessero l’orchestra di fronte ai grandi, più ardui testi del repertorio sinfonico; ecco così delinearsi il “”ciclo ultime sinfonie””, ripensamento di quella poetica della sinfonia e dei suoi estremi ruotanti attorno, in un sereno prima e in un problematico poi, al gigante Beethoven: uno degli enigmi più affascinanti della storia della musica. E proprio questa volontà di creare percorsi non obbligati ma significativi nel gran periplo della produzione sinfonica e concertistica maggiore, con alcune divagazioni spontanee (la serata “”archi contro fiati”” capitanata da Leon Spierer e Michele Carulli) e mirate riproposte di partiture rare (le tre locandine di Frank Shipway), costituisce uno dei cardini della programmazione concepita su spazi temporali più larghi: da cui nasce anche l’accento posto sui Concerti per pianoforte e orchestra di Mozart, in un ciclo pluriennale affidato al pianista Alexander Lonquich e al direttore Umberto Benedetti Michelangeli, partner poi anche del violoncellista Mario Brunello.
Tutto ciò, s’intende, non ha alcuna pretesa di completezza, né di novità. Il compito che ci poniamo adesso è di convincere il nostro pubblico che esiste la possibilità di crescere insieme con noi, non solo numericamente, alla musica: giacché la nostra partita sarà vinta solo se sapremo guadagnarci questa fiducia e comunicarla a tutti coloro che credono nella necessità dell’ascolto. Abbiamo a disposizione la più bella sala da concerti, ora dobbiamo riempirla: è un obiettivo che riguarda tutti, operatori e non, nell’interesse della musica, per migliorarci ancora.
Stagione Sinfonica 1995-96, Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai