La Stagione sinfonica 1993-94 dell’Orchestra Sinfonica di Torino della Rai comprende ventinove diversi programmi distribuiti nell’arco di sette mesi, per un totale di settantaquattro composizioni rappresentative di quarantacinque autori: tutti i concerti in abbonamento sono replicati almeno una volta, se non due o perfino tre, in sede e fuori. Sono numeri, questi, che potrebbero riferirsi a qualsiasi grande stagione di concerti europea: siamo nella media di quanto accade in Germania, Francia e Inghilterra, talvolta anche oltre; in Italia, solo l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia può vantare una produzione piú alta in ambito sinfonico. E tuttavia i numeri, per quanto importanti, sono solo un aspetto dell’impegno artistico; altrettanto decisivo è tener conto dei propri compiti istituzionali, per cercar di realizzarli nel modo piú ampio, ma graduale e specifico. Nel nostro caso, per esempio, i concerti sono destinati anche alla diffusione radiofonica e in parte televisiva, e ciò non può essere dimenticato in sede di programmazione. D’altro canto, un’istituzione sinfonica ha un repertorio in un certo senso prestabilito, fondato sulla stabilità e sulla continuità col passato, ossia costituito di pezzi che fanno parte delle attese del pubblico e non hanno scadenze nel calendario dello spirito: ed è su questo che occorre in primo luogo orientarsi e creare una traccia, individuando esecutori il piú possibile in grado di promuovere anche un reale interesse interpretativo. Senza naturalmente tralasciare la musica del nostro secolo, fino alle sue estreme appendici contemporanee relative al genere strumentale.
Il grande repertorio sinfonico classico e romantico, da Haydn, Mozart e Beethoven a Bruckner, Mahler e Strauss, passando per Schubert, Schumann e Brahms, e la ricognizione mirata sui massimi autori del Novecento, e sui promontori che li attorniano, sono le fondamenta di questo programma: tra il colosso dei Gurre-Lieder inaugurali, mai prima eseguiti a Torino, e il vertice della piú drammatica tra le passioni di Sebastian Bach, tutti gli autori formativi sono in qualche misura presenti, spesso con rimandi, nel cartellone. Lo si è voluto impreziosire con alcune proposte care alla curiosità di chi le ha scelte, nella speranza di suscitarne altrettanta in chi le vorrà ricevere: Arvo Pärt, Martin e Ives, l’ultima Sinfonia di Henze e una poco nota di Bizet, un raro Gluck, Busoni e Carter, fra l’altro. E poi i nostri Dallapiccola e Petrassi, esponenti di spicco della musica italiana proiettata su orizzonti europei, a novant’anni dalla loro nascita. Sono percorsi che ogni ascoltatore potrà sviluppare a suo piacimento, ponendoli accanto ad alcune vette della musica di ogni tempo: rappresentata, ci pare, con la dovuta attenzione e proprietà anche dal punto di vista degli esecutori.
Questa stagione è però solo una delle tante possibili risposte alle nostre domande sulla musica, i cui destinatari sono non solo il pubblico ma anche l’orchestra. E in questa prospettiva, di comune accordo con il nuovo direttore principale, Frank Shipway, che figura come perno della stagione stessa, abbiamo inteso riservare spazio e responsabilità alle prime parti, impegnandole ripetutamente in veste solistica: come del resto avviene in tutte le orchestre di rango. Non sarà comunque una stagione né facile né leggera. Il suo successo sarà legato alla nostra capacità di creare l’atmosfera giusta nella normalità, ma anche di lanciare e vincere una sfida in tempi non del tutto rassicuranti. Molto dipenderà, oltre che dalle nostre forze, dall’aiuto degli artisti ospiti chiamati a realizzare i programmi, ai quali ci siamo rivolti con passione e che hanno risposto con entusiasmo; qualcuno torna a dirigere un’orchestra Rai dopo molti anni, ed è già un segnale, motivo di gratitudine: da tutti loro ci attendiamo ora nuove emozioni e idee. E sarebbe bello se alla fine insieme fossimo convinti che questi appuntamenti hanno arricchito la nostra vita, reso piú cosciente il nostro attaccamento alla musica, facendone una conquista rinnovata e un fermo valore.
Stagione Sinfonica 1993-94, Orchestra Sinfonica di Torino della RAI