Nikolaj Rimskij-Korsakov – La leggenda della città invisibile di Kitez e della vergine Fevronija. Preludio: “Elogio del romitaggio”
La leggenda della città invisibile, opera in quattro atti e sei quadri, fu composta da Rimskij-Korsakov nel biennio 1903-1904 e rappresentata per la prima volta al Teatro Marijnskij di San Pietroburgo il 20 febbraio 1907. Il libretto, dell’erudito Vladimir Bel’skij, assiduo collaboratore di Rimskij, riunisce in una sola storia molte leggende, con il classico procedimento della contaminazione: una poetica favola d’amore, quella della vergine Fevronija e del principe Vsevolod, s’intreccia con il mito della città invisibile sullo sfondo storico dell’invasione mongola, nell’anno 6751 dalla creazione del mondo (il 1237 del calendario cristiano). Nel momento in cui sta per essere conquistata dai tartari, Kitez la Grande viene sollevata dalle ali degli angeli e posata sul fondo del lago lucente, dove Fevronija, dopo molte peripezie, ritroverà il fidanzato e celebrerà le nozze.
Il Preludio dell’opera introduce nel paesaggio incantato delle foreste dell’Oltrevolga: qui Fevronija ama attardarsi in amabili colloqui con gli animali e i fiori. La musica dipinge con prodigiosa ricchezza di timbri l’atmosfera magica della natura incontaminata, i canti degli uccelli, i riverberi del sole lucente, il mormorio dei ruscelli e della foresta; da questi suoni emergerà poi il canto solitario della fanciulla, pervaso di amore e di innocenza, lirico e trasognato. La descrizione d’ambiente, davvero fiabesca nella sua purezza e trasparenza, si eleva così a celebrazione di un sentimento panico della natura, pagano e religioso insieme.
Yuri Temirkanov / Associazione Orchestra Filarmonica della Scala
Teatro alla Scala