Vladimir Jankélévitch, Debussy e il mistero, Il Mulino, pp. 144, lire 16.000
All’idea che la musica di Debussy esprima soprattutto il silenzio, il non dicibile, il segreto, e nello stesso tempo sia intrisa di poesia, di simboli, di figure e di impressioni extramusleali, Jankélévitch dà sostanza filosofica in un linguaggio analogico di suggestione magica, quasi mimetico rispetto al proprio oggetto. Il paradosso di una musica che si sottrae alla concatenazione discorsiva per colorarsi di atmosfere sfuggenti e nello stesso tempo stratifica significati pregnanti fino all’eloquenza è il suo destino: Debussy come metafora della chiarezza del mistero.
da “”Il Giornale””