Buon compleanno Boulez
Il lungo ma coerente percorso di un irriducibile sperimentatore
Quale sia l’importanza di Boulez nella musica degli ultimi cinquant’anni, come creatore, non è in fondo difficile dire: egli ha rappresentato più di qualunque altro la forza del pensiero e della ricerca, o meglio la chiarezza del pensiero e la necessità della ricerca. Lo ha fatto con un radicalismo assoluto, senza però perdere mai di vista la concretezza del risultato compositivo. Boulez ha saputo tener viva la tensione verso l’idea che la musica contemporanea abbia un senso per noi oggi, sia un’esperienza capace di interpretare il presente e di costruire il futuro. Ogni volta che si ascolta un suo lavoro, di qualsiasi fase della sua produzione, si ha prima di tutto l’impressione che in esso avvenga, al di là delle scelte stilistiche e formali complicatissime, qualcosa di importante, di decisivo, di coinvolgente. Anche l’ascoltatore meno incline a farsi sedurre dalle alchimie dei linguaggi contemporanei, sente immediatamente la profondità e l’ampiezza degli orizzonti che gli si spalancano davanti: e rimane soggiogato. Forse non si rende conto di che cosa gli viene rivelato nello scorrere enigmatico e denso di strutture, congegni e suoni dai mille e mille riferimenti; ma percepisce nettamente l’epifania di una verità rigorosa.
Che Boulez sia riuscito a mantenere intatta questa sensazione che la creazione sia un atto della ragione e della realtà stessa che ci circonda, è un fatto che dipende dalla forza della personalità e del carattere. L’immagine di un uomo aspro, intra sigente, ascetico, ma anche tagliente e ironico, strano miscuglio di chiarezza francese e durezza teutonica, coglie solo un aspetto, il più esteriore, della figura di Boulez. In ogni campo egli ha portato fino in fondo le scelte che via via faceva, sentendole quasi come una sfida a se stesso: sia quando sosteneva lìassoluta obbligatorietà della tecnica seriale negli anni di Darmstadt che quando applicava la scoperta della scienza e dell’antropologia alla ricerca dei processi formativi dell’esperienza musicale nei più svariati settori. Nello specifico, poi, ogni fase dell’attività di Boulez si confronta con questioni concrete di analisi e sintesi, da cui scaturisce l’opera d’arte: frutto, in ogni caso, della riduzione all’essenza di un lungo percorso logico attravewrso lo spazio e il tempo, nel mistero dell’universo sonoro. Se questo cammino non è ancora concluso, i settant’anni ratificano la statura di un musicista che ha saputoconquistare un posto di rilievo nella cultura contemporanea, fornendone un modello non effimero nè superficiale.
da “”La Voce””