Béla Bartók – Il castello del principe Barbablú

B

Il castello del principe Barbablú

 

Opera in un atto di

Béla Balàzs

 

Musica di

Béla Bartók

 

PROLOGO

Nascondo

una leggenda

dove, dove la nascondo?

«C’era una volta»: c’è, c’era, dentro o fuori?

Un’antica leggenda, che cosa significa,

signore e signori?

 

Ecco comincia il canto.

Voi mi guardate, io vi guardo:

si leva il sipario delle nostre palpebre.

Dov’è la scena, dentro o fuori,

signore e signori?

 

Storie amare e felici,

storie famosissime.

Il mondo fuori è pieno di guerre,

ma non moriremo per questo,

signore e signori.

 

Ci guardiamo l’un l’altro, e intanto

intoniamo il nostro canto.

Chi sa da dove proviene?

Lo ascoltiamo e ci meravigliamo,

signore e signori.

 

Ecco il castello di Barbablú:

l’uomo, la donna, in lotta col loro destino.

Sette pesanti porte conducono

nella vita dell’uomo.

 

La donna che a lui tutta si è data,

che l’ama con tutta se stessa,

vede e sente che aprendo quelle porte

svelerà tutta la miseria

della vita dell’uomo.

 

Ma vuole aprirle. Visione orribile.

La camera delle torture,

la sala d’armi,

la stanza dei tesori:

tutto è macchiato di sangue.

Il giardino… insanguinato.

Il regno dell’uomo, rosso di sangue:

un lago di lacrime, che riflette sangue.

 

La settima porta è ancora chiusa.

Ma la donna, risoluta nel suo destino,

vuole sapere di piú, sapere tutto.

A lui si sottomette, alle sue carezze:

l’uomo deve mostrarle ciò che ancora

gli appartiene in vita.

Gli domanda: «Chi hai amato prima di me?»

 

La settima porta si apre lentamente.

Scorge tre regine, le donne

del regno della vita dell’uomo.

Lei, la quarta, piange invano,

ma non si difende perché sa che il suo destino è segnato.

 

Si unisce alle tre, e le segue

lentamente. La porta si richiude.

Per sempre cala la notte.

E l’uomo rimane di nuovo solo,

col suo destino, eternamente.

 

La musica risuona, ardono le fiamme,

che lo spettacolo incominci!

Il sipario dei miei occhi si è alzato.

 Quando poi calerà, applaudite,

signore e signori.

 

Antico è il castello, antica

La leggenda che ne parla:

ascoltatela!

 
Traduzione del Prologo di Sergio Sablich.

Antal Dorati / Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino
Ente autonomo del Teatro Comunale di Firenze, Concerti 1987

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