«Dal loro mondo»
La pubblicazione della prima serie delle Danze slave nel 1878 da parte dell’editore Simrock di Berlino dette un’improvvisa notorietà europea a Dvořàk, imponendolo come il massimo rappresentante del nazionalismo musicale ceco. Composte fra il marzo e il maggio di quell’anno originariamente per pianoforte a quattro mani, come le Danze ungheresi di Brahms che ne costituiscono l’evidente modello, furono subito trascritte per orchestra e ottennero un enorme successo fin dalla prima esecuzione parziale avvenuta a Praga il 16 maggio 1878. Alla prima serie, formata da otto danze ognuna delle quali esemplifica tratti tipici del folklore musicale slavo, seguì otto anni più tardi una seconda (op. 72, 1886), sempre di otto pezzi, articolati però in una successione più unitaria. L’op. 46 è invece una libera raccolta di brani staccati, ognuno dei quali mantiene un proprio carattere e una propria autonomia, tanto da consentirne anche un’esecuzione isolata. Per quanto profondamente intrise di spirito slavo, nessuna di queste danze cita testualmente melodie popolari; al contrario, la ricreazione di Dvořàk mira a tradurre gli spunti etnici in un linguaggio stilizzato e colto, secondo una tradizione che da Schubert si estende appunto fino a Brahms, e oltre. Ne è testimonianza la Polka in la bemolle maggiore collocata al terzo posto: con i suoi ritmi marcati e serrati (in 2/4, in tempo Poco Allegro) uno dei brani più spettacolarmente virtuosistici di tutto il ciclo, dove la freschezza dell’invenzione vivifica la magistrale rielaborazione da concerto, che si afferma con la forza di un irresistibile slancio.
Lü Jia / Orchestra del Teatro Comunale di Bologna
Ente autonomo del Teatro Comunale di Bologna, Concerti Sinfonici 1991-92