La Passacaglia per orchestra reca nel catalogo di Webern il primo numero d’opera ma più che l’inizio del suo vero e proprio stile di compositore deve essere considerata la sintesi conclusiva dell’esperienze giovanili e un congedo dal mondo del tardo romanticismo chiaramente influenzato da Brahms e da Wagncr. La data di composizione è il 1908 (Webern aveva allora 25 anni); nello stesso anno, il 4 novembre, l’opera venne presentata, diretta dall’autore stesso, in un concerto di musiche di allievi di Schönberg (Webern seguì le lezioni di Schönberg dal 1904 al 1908 appunto). Pubblicata nel 1922, la Passaraglia divenne uno dei pezzi più fortunati di Webern, anche per i suoi caratteri in un certo senso retrospettivi rispetto alla successiva, ben più radicale evoluzione del compositore.
Dal punto di vista formale, la Passacaglia consiste in una serie di variazioni su basso ostinato. La scelta di questa severa forma tipica del barocco è da intendersi come un omaggio a Brahms, che con una passacaglia aveva concluso la sua Quarta e ultima Sinfonia: ma nell’armonia, negli impasti timbrici e nello stesso continuo frazionamento del flusso temporale si avvertono un’intensità e una suggestione caratteristiche del clima musicale dell’espressionismo, fra Strauss, Mahler e il primo Schönberg.
Il pezzo si articola in 23 variazioni sul basso iniziale di 8 note, seguite da una vasta sezione conclusiva con carattere di libero sviluppo e ripresa. La scrittura contrappuntistica è molto elaborata e densa e si intreccia anche con la propulsione dei temi e con la inquieta oscillazione dei valori agogici e dinamici. Alla logica complessa della costruzione fa riscontro una tensione verso l’espressione lirica che si sospende in oasi di meditazione e di contemplazione, momenti di grande poesia sonora che Webwrn avrebbe sempre ricercato con altri mezzi e forme anche nelle sue opere successive.
Gianluigi Gelmetti / Orchestra sinfonica del Teatro Comunale di Bologna
Teatro Comunale di Ferrara, Stagione concertistica 1990-91