Paul Hindemith – Fünf Stucke op. 44 n. 4 per archi

P

Paul Hindemith – Fünf Stucke op. 44 n. 4 per archi

 

Il concetto di Gebrauchsmusik (“”musica d’uso””), ove non lo si cosideri mera etichetta, delimita una linea di tendenza particolarmente significativa nella musica tedesca a cavallo del primo quarto del Novecento. Paul Hindemith, che ne fu uno dei maggiori esponenti, agì nelle sue esperienze pedagogico-didattiche nell’ambito della Gerauchsmusik con un duplice intento: da un lato aprire

alla musica d’avanguardia o semplicemente moderna vaste brecce nei consueti circuiti di consumo e di educazione musicale, promuovendo un tipo di musica di realizzazione relativamente facile e nello stesso tempo radicata nella coscienza critica della pratica compositiva contemporanea; dall’altro spezzare l’isolamento in cui si era venuto a trovare il compositore moderno, puntando

in modo diretto sulla questione educativa e cercando di coltivare un pubblico potenziale di amatori e di dilettanti in grado di rendersi familiare, almeno a livello elementare, le problematiche e il linguaggio dell’espressione musicale novecentesca nata sulle macerie di un immane rivolgimento tecnico-formale e ideologico innescato fin dall’ultimo scorcio dell’Ottocento.

Come scrive Guido Turchi, il massimo studioso italiano di Hindemith, “”alla base di siffatto atteggiamento, in linea generale, sta la concezione luterana della musica, una concezione sostanzialmente etica che postula l’arte dei suoni come elemento formativo, educativo e di edificazione spirituale. Ma inoltre vi si riconoscono le norme di più attuali correnti di pensiero che, germogliate in anni anteriori, cominciarono dal secondo quarto del secolo a diffondersi nei paesi tedeschi. Tutte o quasi tutte queste correnti ebbero in comune una visione socialistica della vita, sebbene poi, all’atto pratico e nella impostazione dei singoli problemi, le differenze si profilarono con viva nitidezza. Due figure soprattutto dominarono codesti movimenti: Bertolt Brecht, con il    suo teatro epico-didascalico, e Walter Gropius, con la scuola d’arte. La Gebrauchsmusik, la cosiddetta ‘musica d’uso’, fu un fenomeno che scaturì dall’azione congiunta di tali personalità e di tali movimenti””.

Se l’adesione personale di Hindemith alla Gebrauchsmusik, del tutto conseguente sia nei modi sia nei temi con la sua natura di musicista insieme aperto al nuovo e permeato di sacro rispetto per la tradizione classica, colse i risultati più significativi nelle operine teatrali, un’eco di questo atteggiamento si diffuse anche nelle composizioni strumentali dei tardi anni Venti: in modo addirittura programmatico nei Cinque pezzi per archi op. 44 n. 4, scritti nel 1927. (Per inciso aggiungiamo che tutta l’opera 44 è fatta di pezzi per diversi organici ispirati alla pratica

della “”musica d’uso””).

Essi sono pensati per un’orchestra di giovani e denunciano esplicitamente intenzioni didattiche. La scrittura è mantenuta entro i limiti di una relativa facilità tecnica ma non rinuncia per questo alla varietà espressiva, secondo quella vena personalissima, inquieta, ribollente di idee, densa e sanguigna, che è tipica dello Hindemith di questo periodo. Il tratto più caratteristico va individuato nella capacità di calare un discorso estremamente fantasioso e plastico in un ordine chiaro e levigato, nel quale la dinamicità ritmica, la libertà armonica e la sensibilità timbrica sono al servizio di un senso contrappuntistico vigoroso e talvolta intricato, ma mai debordante oltre la giusta misura. Questa elementare evidenza dell’impianto formale si rispecchia anche nella successione dei Cinque pezzi: “”Lento””, “”Lento-Presto””, “”Vivace””, “”Molto lento”” e “”Vivace””.

Si chiarisce così l’impulso al quale Hindemith obbedisce: offrire uno strumento di esercitazione artigianale che sia anche un’esperienza d’arte, tale da fondere le più moderne esperienze linguistiche con l’equilibrio e la dottrina della più viva e fertile tradizione musicale.

Jan Latham-König / Orchestra Regionale Toscana
Orchestra Regionale Toscana, Marzo-novembre 1983, i concerti, i programmi, gli interpreti

Articoli