La Fantasia in do minore di C. Ph. E. Bach
Il più famoso e importante dei figli di Johann Sebastian coltivò tutti i generi musicali fatta eccezione per il melodramma, in ciò seguendo le orme del padre. L’atteggiamento stilistico prevalente è quello della cosiddetta Empfindsamkeit, “”la sensibilità”” musicale influenzata dal nuovo spirito letterario e rappresentativo dello Sturm und Drang: un gusto “”sentimentale”” che si traduce in musica nella propensione a esplorare le tecniche della percussione e del vibrato proprie del clavicordo prima e del fortepiano poi, per creare atmosfere intensamente patetiche, cariche di intimismo e di enfasi, ora mediante l’uso di modulazioni repentine e inaspettate, ora agendo sulla dinamica e sull’intensità del suono, spezzando il ritmo ed eliminando in alcuni casi perfino la divisione di battuta al fine di uniformarsi a uno stile prettamente “”recitativo”” e “”improvvisativo””. L’opera teorica e pratica Trattato sulla vera arte di suonare gli strumenti a tastiera, con esempi e diciotto studi in forma di Sonata, del 1753, seguito da una seconda parte dedicata all’arte dell’accompagnamento e della libera Fantasia (1762), è da questo punto di vista un compendio non solo di una nuova tecnica strumentale in rapporto all’arte dell’interpretazione (che oggi può essere proficuamente resa sul pianoforte moderno) ma anche di una spiccata predilezione per quella libertà di invenzione che appunto nella forma della Fantasia poteva trovare la sua massima realizzazione.
Alexander Lonquic
Accademia Nazionale di Santa Cecilia – Stagione di musica da camera 2001-2002