Sechs führe Lieder di Mahler / Berio
I Sechs frühe Lieder furono orchestrati nel 1987 su commissione dell’Orchestra “”A.Toscanini”” di Parma e sono dedicati a Henri-Louis de La Grange, insigne studioso di Mahler, su incitamento del quale Berio aveva cominciato a lavorare su questi testi. Rispetto al ciclo precedente, essi presentano una scrittura strumentale più rarefatta, più analitica, a tratti quasi immateriale, straordinariamente cesellata. I singoli strumenti tendono a risaltare con il loro timbro caratterizzante, a differenziarsi dinamicamente e a creare un gioco caleidoscopico di ombre e di luci. Sembra che, dopo la prima esperienza, Berio abbia ancor più assottigliato la sua visione del mondo sonoro mahleriano, servendosi per questo di un’orchestra un poco più ampia, ma trattata in modo cameristico, sensibilmente reattiva ai più impercettibili dettagli e capace di creare suggestioni dai molteplici risvolti.
Hans und Grethe (Hans e Grethe), scritto nel 1880 su testo dello stesso Mahler, fu il primo Lied che il compositore ritenne degno di essere conservato e pubblicato. Esso inaugura, a un livello di immediata espressività, quel filone delle immortali filastrocche infantili che in Mahler rivestono sempre un’amara morale: tanto più amara in quanto apparentemente insensata. Berio ne mantiene il carattere ingenuamente diretto, sottolineando però l’aspetto più sottilmente inquieto che si nasconde dietro l’apparenza innocente di questo fantasmagorico “”Tempo di valzer””. Ich ging mit Lust durch einen grünen Wald (Allegro me ne andavo per un verde bosco) e Scheiden und Meiden (Partire è un po’ morire) provengono da una successiva serie del Wunderhorn e sono musicati seguendo via via le indicazioni naturalistiche o emozionali del testo, cui Berio dà un risalto espressivo esplicitamente trattenuto. Frühlingsmorgen (Mattino di primavera) torna alla poesia non eccelsa di Volkmann-Leander: Berio, con le sue efflorescenze timbriche, accentua il carattere ironico, quasi sorridente, di questo vano invito a un risveglio luminoso. Phantasie aus Don Juan (Fantasia dal Don Giovanni) è uno dei due testi che Mahler trasse dalla commedia El burlador de Sevilla di Tirso de Molina. In una nota a margine sul manoscritto, Mahler suggerisce per l’esecuzione l’accompagnamento “imitando il suono di un’arpa”: e Berio lo realizza rifrangendo il suono dell’arpa in un iridescente riflesso di tutta l’orchestra.
Chiude il ciclo, quasi a stabilire una sequenza ciclica, la ripresa di Erinnerung.
Accademia Nazionale di Santa Cecilia – Stagione sinfonica 2000-2001
Leonard Slatkin / Matthias Goerne, Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia