Richard Strauss – Fanfare für die Wiener Philharmoniker

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Richard Strauss

Fanfare für die Wiener Philharmoniker

per ottoni e timpani

 
Questa singolare e breve composizione scritta in omaggio dell’Orchestra Filarmonica di Vienna cade in un anno particolarmente importante per la carriera di Richard Strauss, il 1924. In paradossale concomitanza, proprio nell’anno in cui veniva calorosamente festeggiato per il suo sessantesimo compleanno e nominato con tutti gli onori cittadino emerito di Monaco e di Vienna, Strauss era costretto a rinunciare alla sua carriera di direttore dell’Opera di Stato di Vienna per «insanabili divergenze di vedute con il condirettore Schalk»: si troncava così una collaborazione che in pochi anni aveva elevato il massimo teatro della capitale danubiana ai più alti splendori e creato, come appendice autonoma ma a essa legata, le prestigiose manifestazioni estive del Festival di Salisburgo. Da questo momento il centro privilegiato della produzione artistica straussiana – sia di quella creativa che di quella direttoriale – sarebbe divenuto Dresda.

L’Orchestra Filarmonica di Vienna – nata, come è noto, da una iniziativa privata e autogestita dei professori d’orchestra del Teatro dell’Opera – rimase comunque lo strumento privilegiato dell’attività direttoriale di Strauss. Per essa, nel corso della sua vita, Strauss compose alcuni pezzi d’occasione che v-lessero da testimonianza di stima e insieme d’affetto nei co-fronti dei suoi valorosi collaboratori: pezzi di piacevole intrattenimento da mettere accanto alle sue più grandiose composizioni orchestrali. Ma questa Fanfara, proprio per il momento particolare in cui vide la luce, è anche qualcosa di più: una specie di sigillo e di emblema lasciato da Strauss in omaggio a una grande orchestra. E anche un segno di adesione a un costume e a una civiltà musicale che nella musica per banda, nelle fanfare squillanti e nei cortei sonori che passano fra ali di folla plaudente per vie e per piazze, riconosce una parte delle proprie tradizioni più amate: quando non ne faccia addirittura, come accade in Mahler, un motivo poetico e un elemento compositivo.

Strauss non intende arrivare a tanto. Nelle rutilanti, accese sonorità della Fanfara per i Wiener Philharmoniker, pensata per i meravigliosi ottoni di quell’orchestra e scandita dal rullare dei timpani, c’è però anche il simbolo di quella nostalgia e la presenza magistrale di un compositore che sa imprimere a ogni sua nota il marchio di una prorompente musicalità. E anche un semplice omaggio diviene così opera d’arte.

Robert Reynolds / The University of Michigan Symphony Band
47° Maggio Musicale Fiorentino

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