Musica sinfonica e strumentale
STRAUSS
Serie di valzer da Il cavaliere della rosa; Frammento sinfonico da L’amore di Danae; Intermezzi sinfonici da Intermezzo; Fantasia sinfonica da La donna senz’ombra
Berliner Philharmoniker, direttore Zubin Mehta (registrazione: Berlino, febbraio e novembre 1990; pubblicazione: 1993)
Sony Classical SK 47197
In Richard Strauss 1’Ottocento è rappresentato dai poemi sinfonici, il Novecento dalle opere: a una distinzione a cui ci invita non solo la cronologia. Ma se guardiamo alle creazioni nel loro complesso, gli uni e le altre rappresentano it mondo poetico e musicale di Strauss senza cesure o fratture, in modo limpido e perfettamente compiuto. C’e gia virtualmente il teatro nei poemi sinfonici, e perfino il canto disteso e il contrasto drammatico che l’orchestra, potenziata dalla voce, sviluppera nelle opere, tragedie o commedie che siano. Dove proprio la tessitura sinfonica costituisce l’elemento espansivo capace di indirizzare il senso drammatico in una dimensione onirica che travalica la scena, e si sospende vagheggiando la musica assoluta. La voce vi aggiunge solo un tocco di umanita per rendere piu eloquente, quasi definitivo il messaggio.
Negli ultimi anni della sua lunga vita, Strauss penso di ricavare dal materiale delle sue opere composizioni sinfoniche che potessero guadagnarsi accanto a esse un posticino nell’uso concertistico: riflessi, com’egli le chiamò, di quel mondo variopinto e mirabolante. Per ogni diversa opera questo materiale sembrava offerto già alla fonte: le serie di valzer nel Cavaliere della rosa, gli interludi sinfonici in Intermezzo, i motivi della disperazione e della catarsi musicalmente individuati nella Donna senz’ombra, soprattutto nella vicenda del tintore Barak e di sua moglie. In particolare in quest’ultima “”fantasia sinfonica”” Strauss riverso tutta la sua perizia di costruttore di grandi affreschi sinfonici, forse ricordandosi con nostalgia delle sue antiche passioni, e restituendo all’orchestra anche esteriormente tutto il suo originate splendore. Questa partitura è l’unica delle tre indicate a presentarsi come una vera e propria rielaborazione di straordinario vigore e sostanza, anzichè limitarsi a cucire insieme, in modo peraltro geniale, episodi gia intrinsecamente sinfonici. Quanto al frammento della Danae, la sua composizione fu curata da Clemens Krauss, primo interprete dell’opera, quando Strauss era gia morto: ma lo spirito, se non la lettera, a d’autore, e si basa su procedimenti gia ampiamente acquisiti dalle esperienze precedenti.
L’esecuzione di Zubin Mehta e scintillante, levigata e quando occorre profonda. Essa coglie benissimo 1’equilibrio tra sostrato teatrale e reinvenzione in prospettiva sinfonica, destinata alla sala da concerto. La partecipazione dei Berliner Philharmoniker è sempre di primissima qualità, ma si direbbe che in questa registrazione si siano anche impegnati piu del solito, trovando gli stimoli per andare alla ricerca di qualcosa di speciale: una sensibilità per la resa del suono e della frase intrisa di bellezza e di ironia. Immaginiamo sedute di registrazione intense, felici, magari divertite: con Mehta che quando ne ha voglia sa sprigionare come pochi la gioia e la sorpresa della musica, governandone con mano sicura gli effetti piu galvanizzanti.
Musica Viva, n.6 – anno XVII