Abbado, l’uomo giusto al momento giusto

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Ferrara – L’Orchestra Filarmonica di Berlino è dunque tornata a suonare in Italia dopo diciannove anni di assenza, con il suo nuovo direttore stabile, Claudio Abbado. Il primo passo è stato fatto, ed era importante che accadesse: ora c’è da sperare e da credere che non rimanga un evento isolato ed eccezionale.

L’ombra di Karajan, artefice del veto verso l’Italia, sembrano averla rimossa per primi i Berliner, orgogliosi del nuovo ruolo che li aspetta in una Germania unita. InAbbado, come ha sottolineato il nuovo sovraintendente Eckhardt, essi hanno trovato «un musicista europeo per un’orchestra europea»; scegliendolo, ha ribadito una delle più autorevoli prime parti, l’oboista Schellenberger, hanno inteso riaffermare la libertà istituzionale dell’orchestra di indirizzare individualmente la propria attività artistica nel senso specifico di una collaborazione. Non è più tempo di dittatori e di padri padroni: Abbado è l’uomo giusto al posto giusto nel momento giusto. Da quando è stato assunto a guida dei Berliner i suoi programmi seguono una strada precisa, richiesta e assecondata dall’orchestra stessa: la musica moderna del Novecento accanto ai classici del passato, in tale ordine. Abbado è il direttore più indicato a percorrere questa strada: e a Ferrara se ne è avuta la conferma. In origine il programma prevedeva i Sei pezzi op.6 di Webern (nella seconda versione del 1928, più scarna ed essenziale), l’Incompiuta di Schubert (1822) e la Settima di Beethoven (1812): un programma bellissimo proprio per il modo, per così dire a ritroso dalle tenebre alla luce, in cui è rappresentato. Ma ragioni forse di convenienza (l’impatto con Webern all’inizio sarebbe stato troppo duro? E incredibile quanto quest’autore continui a sembrare ostico al nostro pubblico) hanno consigliato lo spostamento dei Sei pezzi tra i due classici. Si è persa così almeno in parte quella tensione nella linea interpretativa, capace non solo di suggestionare ma anche di spiegare retrospettivamente molte cose a noi oggi dell’evoluzione della musica, che di Abbado è uno dei pregi più rilevanti. Ciò non ha impedito tuttavia che il concerto si chiudesse, dopo il bis trascinante dell’Egmont di Beethoven, con una ripetizione da Webern: e il cerchio si è mirabilmente aperto di nuovo, con un’opera e un’esecuzione di straordinaria sensibilità e lucidità.

Pochi pezzi come l’Incompiuta hanno segnato nel tempo la carriera interpretativa di Abbado. Con la Chamber Orchestra of Europe (l’orchestra che ora ha sede a Ferrara, e che per «Ferrara musica» terrà da aprile a novembre un ciclo di concerti) ci ha dato anche in disco una testimonianza di qualità suprema: proprio per il modo in cui affrontava e delineava il mondo poetico di Schubert, lavorando fin nei dettagli sul fraseggio, sul suono, sull’espressione. La Filarmonica di Berlino, che è un’orchestra di fuoriclasse tanto nello spessore delle file quanto nel valore dei singoli solisti (le uscite di clarinetto e oboe nel secondo movimento raggiungono da sole le vette del sublime), imponeva una scelta diversa, per il momento meno perentoria e incisiva. L’intelligenza di Abbado si rivela anche nel sapersi adattare allo strumento di cui dispone e nel dare spazio alle enormi potenzialità di suono, di volume e di densità, di brillantezza e di estri, di un’orchestra che si esprime con stupefacente slancio, sicurezza e consapevolezza di sé. Solo col tempo, come è naturale, e col lavoro in comune (ecco il punto) certi equilibri e certe risposte si chiariranno.

Anche perché la Filarmonica di Berlino, pur mantenendo intatta la sua forza spettacolare, sembra oggi un’orchestra in via di trasformazione, se non di rifondazione: molti elementi son giovani (anche donne, e tre italiani in organico); a Ferrara mancava il leggendario Leon Spierer, e al suo posto di primo violino c’era un giovanotto orientale che ha tutta l’aria di essere un mostro di bravura. Rinnovarsi nella tradizione (ma accogliendo anche ciò che cambia) è del resto nella logica dei fatti anche per la prima orchestra del mondo (ed è ciò che Karajan non seppe o volle capire). L’impressione è che la Filarmonica di Berlino stia i vivendo questa fase della sua storia con fervore e stimoli intensi, per liberarsi dei suoi miti rimanendo all’altezza del suo rango.

La Settima di Beethoven è riuscita così un’esaltante esplosione di energie vitali, dì veementi accensioni ritmiche e timbriche, quasi spinte al limite della sfida; come per dire: ecco fin dove si può arrivare. Abbado ha cercato di mantenere la concentrazione necessaria per governare la danza nel rispetto delle ragioni della musica, di ciò che Beethoven e la Settima sono: per riflettere e farcelo capire anche se crediamo di saperlo già, e magari questa volta ci accontenteremmo che spingesse a tavoletta sull’acceleratore di una macchina formidabile. E quanto invece ha ragione lui, nell’Allegretto, a , frenare le esuberanze dell’orchestra per far sentire come si sviluppa il tema nelle variazioni, laddove tutti a turno vorrebbero essere protagonisti e salire in cattedra.

I1 concerto di Ferrara, terminato tra ovazioni e lanci di fiori, è stato anche l’occasione per presentare una nuova Camera Acustica (le maiuscole sono di progettisti e sponsor) per il potenziamento e 1’« ottimizzazione» del suono. Lasciamo pure l’ottimo, e teniamoci al buono. Può darsi che in altri casi (per esempio con un’orchestra da camera) il risultato lo sia; qui, in un teatro tradizionale, piccolo, e con un’orchestra che ha il suono non solo ottimo ma anche possente, l’effetto che ne conseguiva era a tratti appena quello di un impasto confuso a volume eccessivo. il rimedio peggiore del male. Bisogna rendersi conto che se non ci decideremo a costruire nuove sale appositamente concepite per i concerti, come ce ne sono ormai in ogni parte del mondo, continueremo a precluderci non soltanto la possibilità di crescita delle nostre orchestre ma anche l’ambizione di ospitare regolarmente le grandi orchestre del mondo. Miracoli come quello di Ferrara riescono una volta tanto: guai a crederci troppo.

da “”Il Giornale””

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